giovedì, febbraio 28, 2013

2013: elezioni senza Rete.


Ogni volta è quella buona. Questa volta qui, saranno le "elezioni di internet". Sì, come ogni volta ci si gioca "il futuro del paese". Invece no, purtroppo. Nessuno è riuscito a cogliere in pieno le potenzialità e le opportunità della rete.
Nessuna coalizione si è dotata, in maniera professionale, di una struttura che si occupasse di concepire, realizzare e gestire una vera e propria campagna online. La lezione di Obama sarà tra le grandi incompiute della storia italiana. Eppure abbiamo Grillo, il blog più seguito in assoluto in Italia e, qualcuno ha chiamato David Axelrod per chiedere consigli. Grillo sfrutta la rete come metadiscorso, come riesce "senza la tv" ad essere sempre in tv. L'uso del web nel fenomeno Grillo è alla base della costruzione identitaria e di immaginario del M5S, ma meriterebbe un capitolo a parte. la lista Monti, invece, è stata, tra le più giovani, l'unica che ha provato a costruire una leadership online. L'errore è stato calare, in un territorio mai calcato prima, la figura di Monti senza riattualizzarla, ma semplicemente "copiando" gli stilemi e le abitudini della rete.  Le campagne online, invece, vanno coltivate nel tempo, gestite e fatte fiorire. Le potenzialità della rete sono state sottovalutate, ancora una volta, scambiando una semplice presenza (twetto, faccio scena, metto due foto, pubblico un video) con la costruzione del consenso. Nessuno ha utilizzato internet per fare quello che è il fine ultimo di ogni elezione: conquistare voti. La rete è un ottimo strumento per organizzare il consenso, attraverso:

1. l'organizzazione reale di gruppi di persone vicine per interessi, passioni, stili di vita o semplicemente per territorialità. (ci vuole molto ad inserire un form dove metti il CAP quando ti iscrivi ad un sito o ad una newsletter)
2. l'uso ragionato e scientifico dei dati che ci forniscono le piattaforme online: passioni, stili di vita, territori, comunità. Georeferenziare is the key.
3. la portata "virale" della rete che non può prescindere dalla ideazione di comunicazioni e materiali pensate esclusivamente per il mezzo web. Il virale non è esistito in questa campagna elettorale. 
4. il fund raising, la capacità della rete di permettere la raccolta di fondi in maniera facile, diretta ed immediata. Lo aveva fatto Renzi durante le primarie, perché non farlo per le politiche? Non è solo un modo di raccogliere fondi, ma un meccanismo identificativo forte tra elettore e coalizione. 

Per fare questo c'è bisogno non solo di professionalità dedicate ma di volontà e coordinamento tra le altre figure che curano una campagna. Forse, la prossima, sarà quella buona. 

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