domenica, febbraio 24, 2013

Monday Speech


Quando lunedì saranno finiti exit-poll e proiezioni, il leader del primo partito italiano sarà chiamato a fare il suo primo discorso. Con o senza maggioranza al senato, ci sono due opzioni per il potenziale Presidente del consiglio: continuare a guardarsi la punta dei piedi, affermando che, in ogni caso, siamo di gran lunga il primo partito in Italia, o provare ad aprire, fare un discorso fondativo, che gli permetta di imporre la successiva agenda politica piena di incognite.
La prima ipotesi significa continuare nella strategia adottata fino ad ora, che, più o meno, suonerebbe così: "abbiamo smacchiato il giaguaro"; "vedrete sapremo far convivere insieme le diverse anime della coalizioni, aprendoci al centro moderato"; "ma prima di tutto vengono i nostri alleati: Vendola, Tabacci e Nencini"; "lavoreremo insieme a quei partiti che hanno a cuore le sorti del paese"; "non racconterò favole, sarà una legislatura difficile, noi siam qui per tener botta". 
La seconda ipotesi è più suggestiva, significherebbe un cambio di passo, un'entrata a gamba tesa nella terza repubblica, spiazzare gli avversari e cominciare da subito, il giorno stesso delle elezioni, a cercare il consenso necessario per governare bene. 
Prima di tutto evitare il "noi" esclusivo, la rivendicazione e l'orgoglio di appartenenza al PD, la ricerca del nemico, la retorica delle alleanze, l'apertura del mercato dei parlamentari. Niente sviolinate ai parlamentari 5 stelle. 
La prima cosa da fare è "aprire": non saremo il partito della maggioranza, ma il partito di tutti gli italiani. L'Italia giusta non è solo la nostra, l'Italia giusta è quella che voi italiani meritate, tutti, nessuno escluso. Per questo vi chiediamo, che abbiate votato Grillo, Monti o Berlusconi, di diventare partecipi, cittadini attivi, di sentirvi orgogliosamente italiani perché solo insieme supereremo questa crisi. La realtà è che siamo tutti pronti al cambiamento, a liberarci dalle resistenze e dai conservatorismi, dalle rendite di posizione, dai privilegi, cominciando dai nostri. Certo ci saranno delle rinunce, degli sforzi, ma saranno uguali per tutti. Oggi, insieme, possiamo finalmente fare l'Italia del futuro, della crescita, dell'innovazione, dell'inclusione. Facciamo vedere al mondo che l'Italia è viva e ha voglia di cambiare. 
La seconda cosa da fare è "uscire dalle contrapposizioni": ringrazio tutti gli altri partiti e leader che hanno partecipato a questa competizione elettorale, oggi usciamo dalla seconda repubblica caratterizzata dallo scontro, dalla contrapposizione ideologica e dalla colla sulle poltrone. Oggi, chi siede in questo parlamento è legittimato dalla volontà popolare ma deve dimostrare di meritare questo ruolo e rendicontare nel merito della sua funzione. Auguro al principale partito dell'opposizione di avviare il processo di rinnovamento, per costruire una valida alternativa alle nostre proposte. Alle coalizioni e partiti presenti in parlamento, auguro un buon lavoro, con la speranza che possano contribuire con le loro proposte e idee al cambiamento dell'Italia. Non c'è bisogno di proporsi come "spina nel fianco" e "controllori" perché noi parliamo solo agli elettori, e solo con loro che vogliamo condividere i prossimi cinque anni in un'Italia Giusta. 
Un discorso costruito intorno a queste due traiettorie, con variazioni sul tema, potrei credere che il mio voto al PD non sia stato inutile.  

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